venerdì 19 febbraio 2010

Lettera delle maestre ai bimbi rom

Mi ha particolarmente colpito questa lettera tratta da "Il fatto quotidiano" di venerdì 19 febbraio 2010

Ciao Marius, ciao Cristina, Ana, ciao a voi tutti bambini del campo di Segrate.
Voi non leggerete il nostro saluto sul giornale, perchè i vostri genitori non sanno leggere e il giornale non lo comperano. E' proprio per questo che vi hanno iscritti a scuola e che hanno continuato a mandarvi nonostante la loro vita sia difficilissima, perchè sognano un futuro in cui voi siate rispettati e possiate veder riconosciute le vostre capacità e la vostra dignità.

Vi fanno studiare perchè sognano che almeno voi possiate avere un lavoro, una casa e la fiducia degli altri. Sappiamo quanto siano stati difficili per voi questi mesi: il freddo, tantissimo, gli sgomberi continui che vi hanno costretti ogni volta a perdere tutto e a dormire all'aperto in attesa che i vostri papà ricostruissero una baracchina, sapendo che le ruspe di lì a poco l'avrebbero di nuovo distrutta insieme a tutto ciò che avete. Le vostre cartelle le abbiamo volute tenere a scuola perchè sappiate che vi aspettiamo sempre, e anche perchè non volevamo che le ruspe che tra pochi giorni raderanno al suolo le vostre casette facessero scempio del vostro lavoro, pieno di entusiasmo e di fatica. Saremo a scuola ad aspettarvi, verremo a prendervi se non potrete venire, non vi lasceremo soli, nè voi nè i vostri genitori che abbiamo imparato a stimare e ad apprezzare.

Grazie per essere nostri scolari, per averci insegnato quanta tenacia possa esserci nel voler studiare, grazie ai vostri genitori che vi hanno sempre messi al primo posto e che si sono fidati di noi. I vostri compagni ci chiederanno di voi, molti sapranno già perchè ad accompagnarvi non sarà stata la vostra mamma ma la maestra. Che spiegazione potremo dare a loro? E quali potremo dare a voi, che condividete con le vostre classi le regole, l'affetto, la giustizia, la solidarietà: come spiegheremo gli sgomberi? Non sappiamo cosa vi spiegheremo, ma di sicuro continueremo ad insegnarvi tante, tante cose, più cose che possiamo, perchè domani voi siate in grado di difendervi dall'ingiustizia, perchè i vostri figli siano trattati come bambini, non come bambimi rom, colpevoli prima ancora di essere nati. Vi insegneremo mille parole, centomila parole perchè nessuno possa più cercare di annientare chi come voi non ha voce.

Ora la vostra voce siamo noi, insieme ai tantissimi altri maestri, professori, genitori dei vostri compagni, insieme ai volontari che sono con voi da anni e a tanti amici e abitanti della nostra zona.


Le vostre maestre

Irene Gasparini, Flaviana Robbiati, Stefania Faggi, Ornella Salina

4 commenti:

  1. questa lettera è commovente...

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  2. veramente grandiose queste maestre vinalmete in questo casao non senti le maestre no non li vogliamo perchè sono diversi ma al contrario a pprezano lo sforzo di questi bimbi e questi genitori pero è propio vero che a volte la divesita mette molta e solo con piccoli passi come questo potremmo arrivare aqualcosa di buono

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  3. Queste maestre sono delle Vere maestre! Trovo che con questa lettera, riescono a trasmettere il significato di inclusione e accoglienza. Mi auguro che il messaggio arrivi anche a quegli italiani che purtroppo non lo conoscono più o l'hanno dimenticato.

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  4. Che sia una lettera commovente, non ci sono dubbi. Se chi la legge non si commuove allora è un problema.
    che Dio possa perdonare i peccati dell'uomo che non comprende lo spazio dello spirito e la molteplicità della sua anima.

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