domenica 4 gennaio 2009

La Costituzione: un pezzo di carta


Il 2008 è stato anche l'anno del 60° anniversario della nascita della Costituzione della Repubblica Italiana. Una Costituzione che ha coperto il malaffare delle banche, dei centri di potere industriale, quello dei partiti e dei media. La Costituzione, appunto un pezzo di carta che non serve più a noi ma ai potenti.
La nascita della Costituzione ha visto la mediazione tra le culture comuniste, cattoliche e liberali. Le tre scuole, che ormai possiamo dirlo, hanno diseducato le persone alla libertà, concependo questa o come un qualcosa che apparteneva alla moralità universalistica o come qualcosa che apparteneva al collettivismo totalitario o come quella del "mercato libero" dove i sudditi si sono trasformati in semplici consumatori.
La libertà, secondo me, è un'altra cosa: è scegliere di vivere responsabilmente nel modo in cui si vuole, non avendo altra sovranità che sè stessi.
La Costituzione và cambiata a partire dall'art. 1, quella che recita che "L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro". Il mito del lavoro nelle società moderniste ha trasformato il lavoro in schiavitù!!! Il lavoro oggi non rende certamente liberi, anzi ha costruito dei lager dove la gente è obbligata a lavorare
Quindi altro che sbandierare i cambiamenti della Costituzione come strumento politico da parte di chi la Costituzione non l'ha mai rispettata. Attraverso la Costituzione c'è stato chi si è arricchito sulla pelle dei cittadini affossandone la libertà.
Mentre, invece, è necessario ridiscutere i principi fondanti della Costituzione, soprattutto le ideologie che l'hanno costruita e i loro limiti rispetto ad una situazione che è totalmente cambiata.
Ma fino a quando la Costituzione è questa o la rispettiamo tutti o tutti sono autorizzati a non rispettarla!

2 commenti:

  1. Caro Luciano,
    io sono una persona che rispetta le idee ed i valori altrui, perché credo che la libertà di pensiero sia una cosa fondamentale, perché è alla base della possibilità di dialogare. Penso pure che occorra confrontarsi al di la della difesa a tutti i costi delle ideologie di partito o di religione, e perciò ho sentito il dovere non solo di leggere la tua opinione ma anche di rispondere perché credo che se hai scritto questo articolo sulla tua bacheca di facebook in fondo volevi che qualcuno ti controbattesse, sarebbe veramente misero pensare solo a trovare appoggi e consensi.
    Vengo al dunque, in risposta al tuo commento, caro Luciano: a parere mio so di certo che non è la costituzione a coprire il malaffare.. al contrario la costituzione fa risaltare di più l’illiceità di poteri ingiusti e le azioni illegali.
    Quando dici: “La Costituzione, appunto un pezzo di carta che non serve più a noi ma ai potenti” questo è pericoloso ed è una affermazione che è contraddetta da un fatto accaduto alcune centinaia di anni prima di Cristo. Se ricordi la rivolta dei plebei contro i patrizi, agli inizi della Roma repubblicana, ... la conquista dei plebei fu la legge Scritta perché in assenza di leggi scritte non si ha alcuna certezza del diritto!!!! Quindi la costituzione è fondamentale per chi non ha potere.
    Le grandi ideologie del novecento hanno scritto la nostra costituzione dopo l’amara esperienza della guerra e del fascismo, mettendoci dentro le aspirazioni più grandi della cultura di quegli anni: la pace, la libertà, l’uguaglianza, la giustizia, cioè i grandi valori della umanità. Che questi valori siano contraddetti da azioni scorrette di tanti non significa che siano sbagliati quei valori.. tanto più è sbagliato imputare alle “scuole” (cattoliche, comuniste, liberali) la degenerazione degli uomini, oltretutto in un momento in cui quelle “scuole” non esistono più.
    Tu dici inoltre che la Costituzione va cambiata a partire dall'art. 1, quella che recita che "L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro", ma dimentichi che questa parte della costituzione non è modificabile in alcun modo, la stessa costituzione lo impedisce. Poi continui parlando del “mito del lavoro“ come fonte di problemi che al contrario non sono generati dal lavoro ma dal “mito del rendimento economico” e del “guadagno immediato”. Mi spiace non potere continuare a ribattere alle tue affermazioni ma quelle che seguono sullo “sbandierare i cambiamenti della Costituzione come strumento politico da parte di chi la Costituzione non l'ha mai rispettata” oppure del fatto che “attraverso la Costituzione c'è stato chi si è arricchito sulla pelle dei cittadini affossandone la libertà “ (di chi stai parlando e a chi parli?) risultano un po’ troppo generiche e più dettate da una rabbia che magari ha mille ragioni, magari che condivido anche io, ma non credo proprio si possano addebitare alla nostra Costituzione.

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  2. E' inutile continuare a venerare un pezzo di carta! La costituzione non è altro che un'elenco di norme che devono essere applicate. Se ciò non avviene essa ( cioè la costituzione ) non è altro che un pezzo di carta, uguale alla carta che uso per pulirmi dopo essere andato al bagno! Perciò è inutile che continuiate a venerare, a ricordare, e a commemorare una cosa che acquista significato solo se viene applicata alla realtà! E' solo tanto rumore per nulla! Un rito, una cerimonia e niente di più!

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