sabato 7 marzo 2009

Le pretese democratiche: l'"altro" è inumano

La democrazia oggi ama presentarsi come il frutto di esperienze pragmatiche e non di astratte ideologie, mentre in realtà essa si legittima, attraverso la convinzione del tutto ideologica, come la sintesi più alta dell'intera storia universale. Secondo questi "nuovi" ideologi, in democrazia ci troveremmo di fronte a una sorta di perenne epifania, coronamento trionfale del lungo cammino percorso dagli uomini che hanno portato a compimento una realtà che non è un semplice strumento al servizio della vita comune, ma l'espressione più perfetta della natura umana. Ecco che in questo modo la democrazia si trova legittimata storicamente, come un punto di vista privilegiato a partire dal quale essa stessa giudica ogni altra organizzazione sociale, distribuendo buoni e cattivi voti ai sistemi politici del passato e soprattutto del presente. La stessa società democratica pretende di essere un fenomeno naturale, in quanto si interpreta come l'espressione di un'essenza umana assoluta e universale.
Da ciò deriva la tendenza della democrazia a pensarsi come una realtà incontestabile, all'interno della quale un conflitto può essere ammesso solo a condizione che non metta in discussione i fondamenti della democrazia stessa. E' vero che nelle società democratiche moderne questo carattere di assolutezza è mascherato dalla rivendicazione della positività del confronto tra opinioni contrastanti e dal rispetto di cui godono interessi economici antagonosti. Ma quelle tensioni hanno diritto di cittadinanza solo a condizione di subire il processo di normalizzazione al termine del quale esse risulteranno perfettamente integrate al sistema. Se infatti il sistema è giunto a incarnare l'essenza stessa della natura umana, tutto ciò che gli si oppone, si tratti di individui o di gruppi che testimoniano la loro difformità ai suoi dettami, verrà identificato come "preumano" o addirittura "subumano". Ci si dichiarerà certo d'accordo sul fatto che il sistema è perfettibile, ma tale perfettibilità esigerà sempre e comunque una preliminare e totale adesione alla formattazione istituzionale.

E' dal crollo dell'impero sovietico (l'impero del male) in poi che il discorso dominante ha presentato la democrazia come l'unico modello di società possibile, riproponendo uno schema a cui ogni società umana deve obbedire. Senza un nemico che la minacci, la "civiltà" fatica a mantenere al rotta. Una civiltà vive solo fino a quando vive la sua "sorella" di segno opposto, la "barbarie". Per questo la figura del terrosta è diventata tanto centrale nella nostra epoca. Assurto al rango della minaccia più grave, ha consentito di scandire la vita quotidiana degli uomini e delle donne dell'intero pianeta in base alle esigenze e alle misure delle politiche securitarie, in nome appunto della lotta contro i "nemici della civiltà". L'efficacia della minaccia terrorista ha dato vita a una condizione di paura assolutamente sproporzionata rispetto alla relatà.

Il terrorismo è diventato quindi il vero paradigma dell'"altro" della civiltà: una categoria minacciosa dell'inumano di cui la versione contemporanea della democrazia ha bisogno per potersi affermare come l'unico ordine possibile. Si parla così degli "ostaggi" di uno sciopero. Si assimila al terrorismo, criminalizzandola, ogni attività di contestazione non formattata entro gli schemi della rappresentazione dominante.

La figura del terrorista si colloca perfettamente all'interno del sistema in cui viviamo. Strumentalizzato dal potere molto di più di quanto avvenisse in passato, egli è infatti profondamente funzionale alla democrazia dell'impero. E' la figura dell'inumano per eccellenza che moltiplica e conforta la tendenza ad una condizione di sorveglianza totale della democrazia moderna dove le "frontiere", mancando quelle esterne cadute con la globalizzazione, diventano interne alla civiltà stessa e il nemico si risolve in una minaccia costante che può nascondersi ovunque.

Nel tempo delle società securitarie, l'inumano non è una semplice minaccia della democrazia, ma è un suo necessario ed inevitabile corollario!!!

2 commenti:

  1. Ma una democrazia così può definirsi vera democrazia? O è solo il solito frutto di un sistema mediatico che distorce la realtà?

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  2. E' solo una oligarchia che ha messo in atto un sistema per tenere in schiavitù il popolo, ovviamente questo ultimo è ben lieto di esserlo, perchè essere schiavo ha i suoi privilegi, innazitutto non si è costretti a pensare alla propria condizione

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